
Tradizioni natalizie norvegesi
Dopo le tradizioni natalizie finlandesi, restiamo in Scandinavia facendo un salto ideale in Norvegia.
Il simbolo per eccellenza delle tradizioni natalizie norvegesi è il Julebukk, noto in tutti i Paesi scandinavi, ma con nomi diversi in base alle località.
Cos’è il JULEBUKK?
Si tratta della figura di una capra realizzata in paglia con le corna intrecciate, legata e decorata con nastri rossi.
Oggi in Norvegia il julebukk (capra Yule) è essenzialmente un ornamento da mettere sotto l’albero di Natale (se di grandi dimensioni), o appeso (nella sua versione in miniatura).
Molto probabilmente lo avrete già visto magari ignari di cosa fosse e significasse.
Partiamo dal materiale. La tradizione di usare la paglia, è dovuta ad una credenza di origine contadina, secondo cui l’ultimo fascio di grano del raccolto estivo possedeva proprietà magiche e rappresentava lo Spirito del raccolto.
Veniva conservato e intrecciato a forma di capra per essere utilizzato nelle celebrazioni di Yule (da cui “capra Yule”) che nella tradizione precristiana, era la festa del solstizio d’inverno, attorno al 21 dicembre. La capra di paglia era una sorta di potente amuleto per favorire abbondanza e prosperità nell’anno successivo.
Dall’evoluzione della festa scandinava di Yule ha sostanzialmente avuto origine la tradizione natalizia attuale dei Paesi nordici.
Oggi si usa introdurre di nascosto un julebukk in casa di un amico o di un vicino di casa. E’ uno scherzo tradizionale benaugurante. Una volta trovato, si dovrà fare lo stesso con un’altra famiglia; così la capretta viaggerà di casa in casa portando sorrisi.
Una volta capito il motivo dell’utilizzo della paglia, mi sono chiesta, perché a forma proprio di capra?
Ma che c’entra una capra con il Natale?
Julebukk è un simbolo legato ad antiche leggende pagane.
Conoscete il mito di Thor? Era una divinità che solcava il cielo su un carro trainato da due capre che, all’occorrenza, erano anche fonte di nutrimento per lui, infatti le macellava e le mangiava lasciando intere le ossa e la pelle, perché secondo la leggenda questi animali sarebbero rinati il mattino seguente. La capra come preziosissima alleata, dispensatrice di abbondanza. Per gli scandinavi ha storicamente un’accezione positiva e di buon augurio.
Si trovano anche rappresentazioni moderne che si rifanno al mito, ma con protagonista Babbo Natale sulla sua slitta trainata dalle capre, al posto delle renne.
Una tradizione dalle origini lontane, consisteva nel far travestire uno o più paesani in maniera piuttosto inquietante con una maschera da capra e un mantello di pelliccia, per poi vagare di casa in casa, intimando ai bambini di comportarsi bene e ricevendo come offerta prodotti da forno, clementine e noci.
Con il passare dei secoli, questa maschera spaventosa, da personaggio demoniaco secondo i cristiani, divenne una figura benevola. Iniziò a portare con sé piccoli doni da distribuire alle famiglie che visitava, intonando canti.
Con il cristianesimo i rituali pagani del julebukk vennero via via sostituiti da nuove usanze che, in alcune località della Norvegia esistono ancora oggi: gruppi di bambini si travestono e bussano alle porte cantando canzoni natalizie sulla soglia di amici e vicini. I loro costumi sono solitamente realizzati con vecchi vestiti di lana, abiti riciclati non più in buone condizioni. Questo perché rappresentano simbolicamente dei bambini poveri. Un palese richiamo al vero spirito caritatevole del Natale: l’amore e la bontà d’animo, canti e sorrisi sinceri che niente hanno a che fare con l’ostentazione della ricchezza o con i mega regali.
Il Natale in Norvegia è basato sulla semplicità, anche nelle decorazioni, solitamente realizzate con prodotti naturali, legno, paglia, biscotti e dolcetti speziati appesi agli alberi.
Nell’ovest della Norvegia, in alcune piccole comunità sono gli adulti a travestirsi e andare porta a porta, ma stavolta a bere e fare scherzi ad amici e conoscenti. I julebukk raccontano storie divertenti su se stessi e gli ospiti devono cercare di indovinare chi sono. Quando un julebukk viene identificato, deve togliersi la maschera e brindare insieme come buon augurio per un felice Natale.
Purtroppo, queste tradizioni stanno lentamente svanendo perché sono legate alle piccole comunità e non sono adatte allo stile di vita delle grandi città.
Ci si sente più sicuri e a proprio agio ad andare a bussare a persone amiche, soprattutto insieme ai bambini, ma nelle grandi città è meno comune che i vicini si conoscano. I parenti e gli amici spesso vivono distanti gli uni dagli altri, tutto diventa più complicato e così di anno in anno le usanze si perdono. Un peccato perché queste tradizioni sono una ricchezza culturale da difendere, eppure lo stile di vita cambia, influendo anche sul nostro atteggiamento verso gli altri.
La tradizione è più sentita nei piccoli centri abitati, dove le comunità socializzano ancora tra loro e si respira un clima diverso, c’è maggiore unità, fiducia, cooperazione, condivisione e voglia di stare insieme.
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