Nuraghe… il mistero

Nuraghe

Nuraghe… il mistero

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Chi è stato in un nuraghe, chi c’è stato davvero, dall’alto e dal basso riunendo nell’impressione l’immagine infinitamente grande e infinitamente piccola di quelle architetture secche, non potrà più dimenticare quel senso di sgomento fisico e di tetra dignità che tocca il cuore.
Siamo riportati alle origini, alla nascita degli umani accorgimenti, alla rivelazione di gesti che si ripetono, si provano, si associano per dar forma e luogo al lavoro e alla vita.

Alfonso Gatto

Con queste parole lo scrittore Alfonso Gatto descriveva la sensazione che ci pervade al cospetto di una costruzione simbolo della Sardegna, della sua storia e della nostra cultura di italiani.

Il Nuraghe… ma cos’è?

La reale funzione delle costruzioni nuragiche è da secoli al centro di dispute tra storici e archeologi. 

Semplici abitazioni? Ovili? Magazzini? Torri fortificate? Tombe? Templi? Osservatori astronomici?

I nuraghi sono imponenti costruzioni in pietra di cui la Sardegna è disseminata (ne sono stati contati oltre 7000 tra nuraghi ancora perfettamente visitabili e ruderi, ma il numero definitivo non è mai stato confermato). L’ipotesi più accreditata negli anni asseriva che si trattasse di fortezze preistoriche risalenti all’epoca tra il 2° millennio a.C. e l’invasione romana (2° secolo a.C.), anteriori quindi alla comparsa di qualsiasi documentazione scritta che ne provasse la reale funzione, questa è stata semplicemente ricostruita attraverso ipotesi archeologiche e l’analisi del contesto.

La forma tipica è a tronco di cono con un diametro di 8-10 metri ed un’altezza di 10-20 (anche oltre).
I nuraghi venivano costruiti utilizzando pietre naturali con forme squadrate sovrapposte a secco, senza malta. Ogni masso veniva collocato in modo da incastrarsi perfettamente con quelli già posizionati, alla base i massi più grandi e man mano che si procedeva verso l’alto quelli di dimensione decrescente.
Le pietre utilizzate erano quelle che si trovavano nelle immediate vicinanze. Le più frequenti, e anche le più resistenti, erano le pietre di basalto.

L’entrata, solitamente, era collocata sul lato sud o sud-ovest ed era di forma trapezoidale con una grande pietra allungata come architrave. Da qui si accedeva a un corridoio breve con una nicchia da un lato e le scale per raggiungere il piano superiore dall’altro, quindi una camera centrale.
La struttura circolare presentava una cupola ad anelli concentrici.

La maggior parte di queste strutture aveva una sola torre, altre invece, definite bastioni, erano delle costruzioni complesse a pianta triangolare o pentagonale con più torri comunicanti e delle possenti mura.

Tutt’oggi gli studiosi non sono concordi nemmeno sull’origine del nome “nuraghe”.

Il termine potrebbe derivare dalla parola nur, di origine pre-indoeuropea.
Significato letterale: mucchio di pietre cavo
C’è però anche relazione con la radice fenicia di nur (fuoco) intesa come dimora, tempio del fuoco – con riferimento ai culti solari praticati sulle torri nuragiche.

Nuraghe

Il prefisso NUR identifica spesso in Sardegna un’area geografica con un’elevata concentrazione di nuraghi (ad esempio la regione della Nurra, in prossimità di Alghero, o paesi come Nurri, Nuraminis, Nurachi ecc.)

Per lo più i nuraghi venivano eretti su alture, vicino ai villaggi e questo potrebbe confermare la tesi della struttura militare eretta a difesa della comunità, in modo da consentire ai guerrieri di avvistare per tempo ogni eventuale pericolo.

La civiltà nuragica era dominata da un’aristocrazia guerriera suddivisa in clan. Ciascun clan controllava un territorio e offriva difesa ai propri contadini e pastori in caso di conflitti.
Si praticavano principalmente la pastorizia, l’agricoltura e il commercio con altri popoli (tra cui Fenici, Etruschi e Cartaginesi).
I pastori e gli agricoltori vivevano nei villaggi e si occupavano della produzione di quanto era necessario per i guerrieri. I guerrieri avevano l’incarico di difendere la popolazione in caso di attacco.

I nuraghi con alta probabilità erano legati al potere.

Problema: tutte queste fortezze in vista di quale difesa sarebbero state costruite? Forse per difendersi da invasori? Nemici esterni, che venivano dal mare? Beh in questo caso i nuraghi sarebbero stati costruiti in prevalenza sulle rive del mare, invece è facilmente constatabile che i nuraghi sono molto più numerosi all’interno dell’isola sarda, mentre sono rari sulle coste.

Un’ipotesi potrebbe essere che i nuraghi-fortezze fossero stati costruiti in vista di guerre tra le varie tribù nuragiche. Ma così tanti?
I dubbi sono molti anche perché per arrivare ad una risposta definitiva sulla funzione di queste costruzioni preistoriche (che probabilmente non arriverà mai) si deve procedere per ipotesi, abbinando allo studio della loro struttura, quello del contesto archeologico, gli oggetti ritrovati all’interno dei monumenti e la loro collocazione temporale (ad esempio le statuine dei bronzetti nuragici) e così via.

Nella diatriba tra le ipotesi più discusse si inserisce un ragionamento… E se il voler assegnare al nuraghe una ben determinata funzione, valida nella totalità dei casi, fosse un errore? Non si deve necessariamente partire dall’assunto, in effetti mai verificato, che a una particolare tecnica costruttiva debba corrispondere necessariamente un’unica funzione precisa.
Il mistero che avvolge il nuraghe continua…


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Daiana Natalini
Travelblogger per passione, inguaribile sognatrice innamorata dei viaggi da sempre… Questo è il mio blog per avventurarci insieme tra le strade del mondo. Leggi qui se vuoi saperne di più.
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