
EL DIA DE LOS MUERTOS in Messico:
celebrazioni e curiosità
LA CELEBRAZIONE DELLA VITA
In Messico ogni “dìa de los muertos” è un giorno di festa in cui SI CELEBRA LA VITA IN COMPAGNIA DEI DEFUNTI.
Può sembrare un controsenso, eppure questa ricorrenza ricorda ad ognuno di coloro che la vivono una grande verità:
Vivete pienamente senza dimenticare mai che la nostra presenza sulla terra è momentanea, prima o poi tutti siamo destinati a passare oltre.
Ricordare i propri cari che non ci sono più, ci permette di farli rivivere. In Messico si dice che i morti esigano che li si ricordi, per far sì che non siano condannati all’oblio.

Nulla a che vedere con le atmosfere cupe e intimistiche della nostra commemorazione, los dias de los muertos sono vivaci e variopinti.
I teschi chiamati “calaveras” sono simboli molto importanti nella cultura messicana e sono spesso protagonisti di decorazioni e tatuaggi. Il loro è un significato positivo, ricordano di celebrare la nostra vita e la nostra mortalità, di guardare al passato e al futuro, ma rimanendo nel presente per viverlo intensamente, guardando la morte con coraggio e senza paura perché è semplicemente un passaggio, parte naturale e inevitabile della vita stessa.
I defunti non fanno paura, sono persone care che tornano a farci visita, è un giorno di vera festa! Un’occasione per stare insieme e sentire più vicina la loro presenza. Questa è la principale differenza che distingue questa ricorrenza da quella di Halloween.
El Día de los Muertos non è una versione messicana di Halloween. Le due festività differiscono completamente per origini, tradizioni e significato.
Certo, il tema comune è quello della morte e sono entrambe basate sull’idea che gli spiriti tornino in questo periodo dell’anno sulla Terra dei vivi, ma in contesti molto diversi:
- Halloween si basa sull’idea di doversi difendere dagli spiriti maligni (i costumi servono per nascondersi, per non farsi riconoscere, non per far festa e le zucche con la fiamma per tenerli lontani), qui puoi leggere l’approfondimento di Halloween in caso te lo fossi perso.
- Nelle festività del Dia de Los Muertos, gli spiriti sono accolti con gioia: sono i membri della famiglia che tornano in mezzo ai vivi.
Dalle atmosfere oscure e inquietanti di Halloween a quelle colorate e chiassose del DíA de los MUERTOS.
QUANDO E COME SI SVOLGE?
EL DíA DE LOS MUERTOS è un’importante celebrazione messicana di origine precolombiana, festeggiata poi anche in altre località dell’America Latina.
Con l’arrivo dei Conquistadores Spagnoli che introdussero il cristianesimo in America centrale e meridionale, l’antica concezione della morte come naturale continuazione della vita, derivante dalla cultura Atzeca, si fuse con quella religiosa di origine europea.

El DíA de los MUERTOS corrisponde quindi alla ricorrenza cristiana della commemorazione dei defunti il 2 novembre, ma i preparativi ed i festeggiamenti durano più giorni dalla fine di ottobre al 2 novembre appunto. A farla da padrona sono teschi zuccherati dai colori sgargianti, fiori chiamati Chempasuchil, pagnotte decorate a tema, altari ricchi di elementi simbolici, caricature della morte, sfilate di scheletri divertenti.
Preparativi
Per prepararsi agli importanti festeggiamenti e acquistare l’occorrente, vengono allestiti dei piccoli mercati di strada chiamati tianguis.
Festeggiamenti
Per ricordare e omaggiare i defunti, che solo in questo periodo dell’anno possono raggiungere i parenti vivi, i messicani cospargono le lapidi di decorazioni e fiori e realizzano coloratissimi altari, “altar de muertos“, che vengono preparati seguendo delle regole precise.
L’altare deve essere allestito facendo attenzione a rappresentare i quattro elementi: acqua, aria, terra e fuoco e viene solitamente collocato in salotto o sala da pranzo per la condivisione con tutta la famiglia. Se ne allestiscono anche altri nei cimiteri e nelle piazze.
Immancabili sono le foto dei defunti, esporle è indispensabile per consentirgli di raggiungere la Terra dei Vivi. Chi di voi ha visto il film di animazione Disney-Pixar del 2017 “Coco” lo saprà già, perché contiene questo ed altri dettagli legati a questa festa durante cui è ambientato.
Poi ci sono le loro bevande e i loro piatti preferiti. Sono le cosiddette offerte per i defunti; ovviamente i morti non possono consumare i cibi fisicamente, ma si alimentano con la loro essenza e una volta terminata la festa, vengono consumati da familiari e amici vivi per ricordare il defunto e unire la famiglia.

Il dolce tipico della festa è detto “Pan de muertos“ (ricoperto di zucchero e simile alle ossa di un teschio), poi ci sono i “calaveras“ (ossia teschi zuccherati a volte personalizzati con il nome e regalati come portafortuna), non mancano: bicchieri d’acqua per dissetare i defunti, sale (elemento immancabile, simbolo di protezione) e creazioni di “papel picado“ (carta traforata) ossia rettangoli di carta in vari colori perforata per ottenere elaborate e vivaci decorazioni tipiche dell’arte popolare messicana.
![]() Calaveras de azùcar (teschi zuccherati) | ![]() Papel picado |
Candele e incenso Copale: la luce delle candele e il fumo del copale permettono ai defunti di non smarrire la strada illuminando il loro cammino fino alla casa dei loro cari tra i vivi.
Spesso vengono posti sull’altare degli abiti da donare ai defunti che così possono cambiarsi.

Nell’introdurre alcuni elementi tipici del DíA DE LOS MUERTOS vi ho prima nominato la presenza di una varietà precisa di fiori: i Chempasùchil.
Sono originari del Messico, di colore prevalentemente giallo e arancione, ed hanno un profumo particolarmente intenso. La loro scelta non è casuale: secondo la leggenda infatti l’odore dei Chempasùchil è percepito dalle anime che seguendone la scia riescono, per l’occasione, a tornare a casa. Ecco il motivo per cui i loro petali vengono sparsi ovunque, soprattutto nei cimiteri.
In alcune comunità è consuetudine trascorrere l’intera notte nel cimitero, può sembrare triste o pauroso, ma dai messicani questa tradizione viene vissuta come una festa: si cena, si suona musica, si parla e si beve tutta la notte.

LA CATRINA
Tra gli elementi caratteristici del Dìa de Muertos c’è La Catrina de Los Toletes, popolarmente chiamata Catrina Mexicana, o Calavera Catrina.
La Signora della Morte, immagine onnipresente del Dia de Los Muertos, risale alla Dea Azteca Mictecacihuatl, regina degli Inferi che aveva il ruolo di proteggere le ossa dei morti. Catrina ne è una versione più contemporanea, rappresentata come lo scheletro di una gran dama vestita elegantemente che porta un largo cappello tipico dell’alta società di fine ‘800.
La sua immagine è frutto della creatività del celebre illustratore José Guadalupe Posada e risale proprio a quell’epoca.
Nel suo simbolismo (oltre ad essere considerata una rappresentazione satirica della borghesia) questa immagine intende ricordare che di fronte alla morte siamo tutti uguali, il ceto sociale, ma anche le differenze etniche, non rappresentano nulla.
“La morte è democratica, perché alla fine, la madre, la bruna, i ricchi o i poveri, tutte le persone finiscono per essere teschi”
José Guadalupe Posada

Ad ogni morte il suo giorno
Suona un po’ strano detto così, ma in effetti, ogni giornata celebrativa è dedicata a defunti diversi, la distinzione avviene in base alla modalità attraverso cui hanno perso la vita o ad alcune loro peculiarità.
- Il 28 ottobre è la giornata per la commemorazione di chi è morto per incidente o cause violente;
- il 29 ai morti per annegamento;
- il 30 alle anime solitarie o dimenticate;
- il 31 ai mai nati o a coloro che sono morti prima del battesimo;
- il 1° novembre ai bambini morti;
- il 2 novembre invece, data conclusiva, corrisponde alla giornata dedicata al ritorno dei defunti sulla terra.
Durante i festeggiamenti bambini, giovani e adulti indossano travestimenti da scheletri colorati, ballano e sfilano celebrando la vita, di cui la morte è proprio un passaggio che non va temuto ma accettato. C’è chi si accampa nel cimitero per trascorrere la notte accanto ai propri morti, chi prepara picnic, chi suona e canta, ognuno festeggia a suo modo, ma per tutti i messicani sono giorni importanti.
Questa celebrazione rappresenta uno dei cardini della cultura locale ed è diventata nel 2008 Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità. Per l’Unesco si tratta di una delle più antiche espressioni culturali che, attraverso la celebrazione degli antenati, afferma l’identità di un popolo e le sue origini indigene, peraltro mostrando la morte da un punto di vista assolutamente interessante.

Il culto dei morti ha origini antichissime ed era importantissimo per le popolazioni preispaniche. I sacrifici umani che venivano consumati avevano lo scopo di mantenere l’equilibro tra vita e morte, perché il sangue fecondava la terra rendendola fertile per la nuova vita. Vita e morte si intrecciavano ed erano una cosa sola.
La morte non aveva le connotazioni morali della religione cattolica che la lega al momento del temibile giudizio divino, il binomio inferno o paradiso come punizione o premio eterno alla condotta degli uomini in vita non esisteva. Al contrario, i popoli precolombiani credevano che “le rotte destinate alle anime dei morti fossero determinate dal tipo di trapasso” e non causate dal loro comportamento in vita ecco il perché della distinzione ancora oggi presente nelle varie giornate.
Feliz dìa de los muertos a tutti!
I nostri viaggi e le grandi feste tradizionali in giro per il mondo sono sempre occasione di crescita personale perché ci avvicinano a visioni della vita diverse, ci permettono di metterci in discussione, di emozionarci, di vivere pienamente momenti unici, indelebili.
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